Incontriamo Marco Reato in un caldo pomeriggio di fine ottobre a Lampedusa nella splendida hall del centro turistico Lacalandra. Marco è cosi spontaneo che inizia a raccontarci di quando era bambino, un racconto che riusciamo non solo ad immaginare, ma anche ad assaporare…L’odore della pellicola appena tagliata, le immagini abbagliate delle retine colpite dalle proiezioni quotidiane. Il vento tra i capelli insieme ai sorrisi sardonici di un’estate che sta per sbocciare. Un’infanzia che possiamo dire in stile aria.

“Nuovo Cinema Paradiso”?

“Papá é un grande tecnico cinematografico. Nel 1950, quando non c’erano ancora le televisioni s’inventò il cinema all’aperto 35 mm. Un vero e proprio cinema itinerante che girava per i paesini dell’Aquila. Era un vero miracolo, a quell’epoca un’idea rivoluzion. In quei paesini dove accadeva mai nulla, dove tutto sembrava immobile e tutto uguale lui portò le luci, le immagini in movimento le storie del mondo e del surreale.” “Io già alla tenera età di 5 anni avevo una propensione a “fare le cose”. Cosī con il benestare di mia mamma, come attività squisitamente estiva andavo a seguirlo nel suo meraviglioso tour che portava una speranza, una gioia alle persone. Paesini diroccati, ricchi di storia e di facce da film. Nelle case a quel tempo pecore, cani e galline vivevano insieme alla gente e tal volta uscivano tutti insieme litigiosi nella piazza del paese animando ancora di più la proiezione”. Fu una vera “escalation” non ci siamo mai fermati. Io non mi sono mai fermato; ed estate dopo estate, tramonto dopo tramonto iniziai a lavorare con mio padre montando film, facendo la maschera, cambiando le locandine nelle piazze, nei negozi, fino a diventare protezionista e conseguire anche il patentino ufficiale. Noi nel tempo, fatica dopo fatica diventammo sempre più grandi calcando palcoscenici prestigiosi a Madrid, Parigi e Berlino. Riuscimmo a progettare e realizzare il più grande schermo montabile d’Europa. Una struttura che esiste tutt’ora, un lavoro immenso che è divenuto idea grazie all’amore e la passione per il cinema e ad un lavoro concettuale e strutturale di alto valore architettonico, ingegneristico e visuale. Ringrazierò per sempre mio padre perché é lui che mi ha formato alla cultura del lavoro.”

“Mi scusi, ma quando ha iniziato ad appassionarsi al business? Agli affari? Qual’è stata la SCENA MADRE, visto che la sua vita mi pare di capire è come un film?”

“Eh, (ride) Credo che la mia vita sia un minestrone di scene madri. Però c’é stato un momento topico. Un mio carissimo amico e collega del corso ISEF dell’Aquila un giorno in una pausa tra una lezione e un altra su un foglio A4 stropicciato e sporco di caffè mi illustró un metodo per poter guadagnare 10 / 20 milioni di lire al mese. Mi disse, se segui questi consigli non sarà complicato. Lo so, queste cifre che ti ho detto ti sembrano ora irraggiungibili, ma sappi che è tutto realizzabile e il 100% del risultato dipenderà solo da te. Loro sono Americani. Ed io risposi “Ma loro chi” e lui “Vieni con me”. “Era il 1991 e “nacque” la vendita diretta. Un momento storico italiano”

Ma di lei si dice e si scrive che si sia formato nell’ambito sportivo. È vero?

“Certamente (sorride) Lo sport è il mio secondo amore dopo il cinema ed è stata una professione che mi ha arricchito e dato tante soddisfazioni. Mi sono diplomato all’ISEF all’Aquila, specializzandomi nell’area pallavolo. Sono stato assistente ai giochi sportivi per 11 anni e sono stato anche supplente. Grazie a questa esperienza ho imparato molto. È stato un lavoro faticoso su me stesso e sugli altri. Ho imparato ad insegnare e “donare” tutto me stesso. È stato li che ho iniziato ad appassionarmi a lavorare con i giovani insieme, in squadra.

“Era affascinato dai soldi? O dalla sfida?”

“Ambe due. A me piace lavorare duramente perché so che i risultati arrivano. Il percorso di carriera mi affascinava. Tanti iniziavano e tanti buttavano la spugna, Io volevo essere diverso. Quando mi metto di fronte ad un bivio, scelgo sempre la strada che sceglierebbero in pochi.” Infatti vincemmo la sfida Diventammo la migliore realtà in Italia ed un modello nel Mondo nel campo della vendita diretta per distacco.”

“Sfida vinta. E’ passato subito al passo successivo?

“Dopo aver primeggiato al Mondo per tantissimi anni con questa compagnia ci fu un divorzio e fui seguito da una grande parte del gruppo che io stesso avevo creato. Ecco la decisione di creare Vitha Group, dove tutti i componenti del business sono azionisti ai quali non è stato chiesto un solo euro per diventare partner. Questo è il vero miracolo. Questo è quello che ci differenzia dalle altre società in Italia, ma posso dire anche nel Mondo.

Che cos’è Vitha per lei?

Vitha Group, oltre ad essere la mia famiglia, secondo me è il miglior business al mondo. Perché in breve tempo può permettere a chiunque di diventare imprenditore rischiando zero. In Vitha le persone possono avere successo senza esporsi economicamente, se tu vuoi fare carriera, hai una sola possibilità, coinvolgere persone e portarle al successo. In Vitha Group l’egoismo non premia anzi è fortemente dannoso al business stesso. Il Profitto per Vitha non è l’obiettivo principale. Vitha Group principalmente fa gli interessi dei suoi Franchising e delle sue Concessionarie oltre che naturalmente l’interesse dei clienti. Perché l’obiettivo primo aziendale è quello di migliorare la vita e la salute delle persone.

Come vorreste migliorare la Vitha delle persone?

Sicuramente Anima Genomics è una missione. E’ il nostro ultimo progetto creato in collaborazione con l’azienda DANTE LAB che permetterà a tutti, a costi contenuti, l’analisi e la decodificazione del 100% del proprio DNA. Questo test permetterà alle persone di ricevere comodamente a casa il libretto d’istruzioni per vivere meglio la propria vita. Questa è una vera rivoluzione. Sono felice ed orgoglioso.

Molto interessante, ma ho sentito e letto che si è adoperato negli ultimi 20 anni anche con donazioni dirette a vari enti anche dei vostri prodotti. Che cosa c’è di vero?

“Certamente. Donare e fare del bene per me è imprescindibile. Lo faccio quasi sempre a fare spenti. L’atto di donare in sé mi fa sentire bene. quest’anno come Vitha Group abbiamo donato dei filtri di ultima generazione per sanificare l’aria dell’ospedale San Salvatore; poi nel corso del Festival Pugliese di livello internazionale MAGNA GRECIA, abbiamo donato un sanificatore al reparto di Oncoematologia pediatrica intitolato a Nadia Toffa dell’ospedale SS.Annunziata di Taranto. Siamo vicini anche allo sport, infatti attraverso una delle nostre concessionarie più attive abbiamo donato dei sistemi di sanificazione d’aria alla Salernitana, all’Avellino Calcio ed al Benevento che li hanno sistemati nei luoghi comuni come gli spogliatoi. E l’ultima in ordine di tempo a Celano. Due giorni fa, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale di Celano la Dott.ssa Carusi Lisa come rappresentanza del Sindaco Settimio Santilli e del Dirigente Scolastico Prof.Massimo Pizzardi, sono stati consegnati e installati nelle scuole 11 sanificatori ambientali Beyond Guardian Air, progetto voluto e profondamente sentito dal primo cittadino e condiviso con il Preside.

Una bellissima storia. Per concludere, può riassumere il suo futuro e quello della sua azienda in una frase?

“Il nostro futuro è con le persone che ancora non conosciamo.”